The story unfolds ♪

«Non ho mai smesso di leggerti, mai.»
Un disgustoso familiare calore mi percorre la spina dorsale.
«Ma tutti gli altri? Dove sono finiti i tuoi lettori?»
L'acido mi sboccia in ventre: nausea.

«È solperchè no nscrivo nula di nuovo da tan –

«L'hanno visto anche loro»
Cancello.
Alzo la testa: qualcosa brilla al di là delle fessure delle persiane chiuse, ma sparisce non appena lo intercetto con lo sguardo. È un tutt'uno col buio della notte, adesso. Le finestre sono chiuse, la porta anche, la coperta mi abbraccia la schiena: mi rannicchio in posizione fetale.

«Vedono un'imitazione così finta e vuota che pure io saprei fare di meglio»
Spazzatura senza valore, da smantellare fin dalle radici. La pelle delle cosce brucia.

«Non ha senso, non vuol dire assolutamente niente»
«Non posso fallire nell'imitare me»
«Non sono in grado di essere nessuno all'infuori di me»
La causalità universale mi ha portato qui, adesso: il peso del mio corpo sul mio letto è una prova inconfutabile.

«Ma tu non vuoi essere così»
I graffi sulla pelle sono la mia sentenza di Necessità. Come potrebbe essere altrimenti?

«Cosa ne sai tu di quel che voglio?»

«I tuoi tentativi di sembrare qualcuno di diverso dalla pseudo-scrittrice mediocre che sei diventata parlano da sé»
«Hai ragione, Alice è Alice: te e quella che amavo siete la stessa persona.»
La nausea è così forte perché ho dimenticato di mangiare e l'ho affamata. Non mi mangerà dall'interno: sguscerà fuori dallo stomaco e mordicchierà come gli insetti che ho lasciato proliferare sotto al letto.

«Ma se è davvero così, cosa è successo alle tue parole?»
Ingollate dall'acido.

«Tu credi che se la te di adesso riuscisse a scrivere come allora anche solo una volta sarebbe la dimostrazione che non hai smesso di essere te, che la strada su cui cammini è ancora quella giusta»
L'ultima volta — quando, uno, due giorni; una, due settimane fa? — c'ero arrivata così vicina; la volta prima di quella, c'ero arrivata così vicina. La sua essenza è un guizzo nostalgico sempre a un passo dall'essere afferrato, ma ci sono così vicina.
So che il suo cuore pulsa in me.

«Ma non succede»
Lo spillo mi si incastra in gola.

«Chi pensi di poter ingannare? Loro, te stessa, me?»
Come ci si sente a leggere ciò che scrivo? Sono condannata ad abortire parole che si svuotano non appena abbandonano il mio ventre?
Una madre infertile di figli infertili.

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